venerdì 26 ottobre 2012

Paura e delirio alla Regione Abruzzo





La regione Abruzzo ha ricevuto un ultimatum dal Ministero sul Parco e l'ha nascosto in un cassetto facendo finta di non vedere.

Il Ministero ha detto alla regione Abruzzo che il Parco a isole è un'idiozia e la regione ha fatto finta di non sentire.

Il Ministero ha mandato la sua proposta di perimetrazione e la regione non ha detto niente a nessuno.

Lo ripetiamo: neppure di fronte alle ripetute e formali richieste del Ministero la regione Abruzzo si è mossa. Non ha fatto quel che doveva fare e cioè chiamare i Comuni interessati per avvertirli e per concordare le eventuali correzioni e integrazioni alla proposta del Ministero.

Preferisce non far nulla per non dire a chi contava su di loro per distruggere il Parco di non essere riuscita nel compito e per non far sapere agli abruzzesi di avergli fatto perdere anni preziosi.

Ma non sono stati neppure capaci di tenere nascosto per più di dieci giorni quest'ultimo tradimento del mandato.

Ecco infatti il comunicato del WWF che - ancora una volta - alza il sipario e li mostra per quel che sono:

Il Ministero dell’Ambiente ha scritto alla Regione chiedendo di pronunciarsi sulla perimetrazione: conto alla rovescia per l’arrivo di un commissario

Il Parco Nazionale della Costa Teatina è stato istituito con l’articolo 8, comma 3, della Legge n. 93/2001. Esiste dunque sulla carta da quella data. Da allora non sono stati sufficienti 11 anni per giungere alla perimetrazione di questa area protetta contro la quale la Regione Abruzzo ha persino presentato un ricorso, perdendolo, alla Corte Costituzionale.
Nel maggio 2010 il Ministero dell’Ambiente ha elaborato una propria proposta di perimetrazione alla quale, di fatto, la Regione Abruzzo non ha dato seguito. A quel punto, di fronte all’immobilismo della Regione, la legge n. 10/2011 aveva fissato al 30 settembre 2011 la data ultima entro la quale istituire il parco. Visti gli ulteriori ritardi accumulati la scadenza è stata posticipata al 31 dicembre 2012. Ma neppure il rischio, ormai imminente, di essere commissariati ha prodotto risultati reali: solo una semplice e poco convincente ipotesi di parco ad isole (le riserve naturali già esistenti) collegate dal tracciato ferroviario…
Oggi siamo a poco più di due mesi dalla scadenza di fine anno e tutto sembra fermo. Non è stata neppure sufficiente la decisa presa di posizione da parte del Direttore Generale della Direzione per la Protezione della Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente che recentemente, durante un convegno organizzato a Pescasseroli, ha chiesto pubblicamente all’Assessore regionale Giuliante quale fosse l’intenzione della Regione Abruzzo in ordine al Parco.
Il WWF è venuto a conoscenza del fatto che circa 10 giorni fa la stessa Direzione Generale per la Protezione della Natura e del Mare del Ministero ha trasmesso una lettera all’Assessorato Pianificazione, tutela e valorizzazione del territorio della Regione nella quale, dopo aver chiarito che la proposizione di un “parco a isole” contrasta con il requisito della continuità territoriale di un’area, essenziale per il raggiungimento del fine della tutela e della conservazione del territorio da proteggere, chiede espressamente alla Regione di pronunciarsi su una perimetrazione allegata alla lettera, basata sulle aree protette già individuate e su reali ambiti di connessione tra di loro.
Su questa base deve aprirsi il confronto tecnico amministrativo per giungere rapidamente a definire la perimetrazione e dare finalmente il via al Parco della Costa Teatina. In caso contrario l’unica strada sarà davvero il commissariamento, per la prima volta in Italia, con una incredibile pessima figura per le strutture regionali.
È arrivato il momento – dichiara il vicepresidente del WWF Italia Dante Caserta - di dare seguito a precisi obblighi di legge. Si è perso tanto tempo grazie anche all’individuazione, come coordinatore del tavolo tecnico regionale per l’istituzione del Parco, dell’Assessore Mauro Febbo al quale va comunque riconosciuta coerenza: è da sempre contrario al Parco e nulla ha fatto per farlo istituire, anzi… La Regione Abruzzo nelle persone del Presidente Chiodi e dei consiglieri della maggioranza che lo sostiene vuole continuare sulla strada percorsa fino ad oggi o vuole finalmente invertire la rotta e dare al nostro territorio uno sviluppo sostenibile? Se non lo faranno, qualcun altro lo farà per loro e non sarà una scelta di cui vantarsi di fronte alla stragrande maggioranza degli abruzzesi, da sempre favorevoli al Parco e allo sviluppo sostenibile che accompagna le aree protette”.








sabato 13 ottobre 2012

Ora Basta!





"79 giorni. Mancano solo 79 giorni al 31 dicembre, quando la Regione Abruzzo e i Comuni coinvolti dovranno presentare al Ministero una proposta completa di perimetrazione. Ma dopo undici anni trascorsi invano nulla ancora si muove. L'ennesimo fallimento della politica regionale è nelle parole del direttore generale del Ministero dell'Ambiente Renato Grimaldi: "Che cosa vogliamo fare, assessore, il Parco della Costa Teatina lo vogliamo istituire oppure lo vogliamo far nascere con il commissario ad acta? Fino ad oggi non c’è stato uno straccio di nuova proposta di perimetrazione e non mi risulta che il tavolo di concertazione sia stato riavviato. Il Parco Nazionale della Costa teatina rischia a questo punto di diventare davvero l’unico Parco nella storia italiana a nascere con il commissario. L’Abruzzo che si vanta di essere la regione verde dei parchi, non ci sta facendo una bella figura. Quindi, fate sapere qualcosa a questo ministero...".

Il Parco non è quello “ad isole” collegato da una pista ciclabile pensata come infrastruttura pagata e mantenuta con i soldi pubblici ma di servizio per investimenti privati: palazzacci, ville, alberghi e resort di lusso vista mare… E non è quello traforato per la corsa agli idrocarburi nell’Italia paradiso dei petrolieri: poco petrolio e poco gas, velenosi ma praticamente gratis.

Con il Parco nessuno potrà illudersi di fare affari sull'ex tracciato e nessuno potrà pensare di trivellare infischiandosene dei diritti e della salute degli abruzzesi: è questa – denunciamo con forza - la principale ragione che ha che ha riunito affaristi (e politici con loro sodali) di tutti i colori nel fronte anti-Parco.

Ci dicevano che il Parco sarebbe stato un impedimento alla crescita economica, oggi si comincia a riconoscere che la crescita è definitivamente dietro di noi. Ma neppure la lacerante crisi che gli abruzzesi stanno vivendo riesce spingere la classe politica regionale alla ricerca di risorse e risposte nuove per uscirne.

Mancano solo 79 giorni.

Sono passati undici anni e siamo ancora al punto di partenza, ma con un territorio molto più degradato. Parco e pista ciclabile sono solo spot pubblicitari per non fare niente; niente per i fiumi e per il mare che li riceve; niente per l'aria; niente per evitare ulteriori dissesti idrogeologici: si continua imperterriti a costruire laddove già si sa che arriverà il mare o l'acqua dei fiumi preparando futuri esborsi a danno della collettività per il vantaggio di pochi.

Mancano solo 79 giorni, il tempo è scaduto. La Costituente per il Parco Nazionale della Costa Teatina invita la Regione ad attivarsi immediatamente per recuperare l'inerzia e la passività di questi undici anni, così da presentarsi preparati alla scadenza del 31 dicembre. L'Assessore Febbo si dimetta e passi la mano a qualcun'altro smettendola di contrastare l'incarico che gli è stato così malamente assegnato. Si convochi immediatamente il tavolo regionale esplicitamente richiesto dal dott. Grimaldi. I sindaci si facciano promotori in tutte le sedi istituzionali di iniziative che vadano in tale direzione, con la consapevolezza che tutto ciò che graviterà all'interno del parco potrà usufruire di finanziamenti, e di un marchio invidiabile. L'Unione Europea nel 2014 punterà diritto sull'ambiente, non per fede ambientalista, ma semplicemente per cercare di salvare il pianeta.

Siamo stufi di sentire fantasie e falsità.

Non vogliamo accettare passivamente riduzione di diritti e svendita dei beni comuni con la prospettiva di ritrovarci a breve comunque senza denaro ma anche senza nulla su cui contare. Non un bosco, una spiaggia, una sorgente, una strada, una scuola o un ospedale.

Vogliamo riprogettare un'economia che metta in primo piano il miglioramento della qualità della vita.

Lo abbiamo detto e lo ripetiamo sempre più forte a una classe politica che non sa guardare oltre il presente e gli interessi particolari: il futuro passa attraverso il modello sociale del Parco, attraverso la gestione sostenibile delle risorse locali per il benessere delle comunità. Il Parco rappresenta l'interesse collettivo che supera i confini temporali del presente e gli interessi elettorali di una politica incapace.

Il 31 dicembre saranno passati 4289 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge 93/01 istitutiva del Parco. Un bambino con la stessa età oggi sarebbe già in quinta elementare. Quanto tempo è stato perso! Quante occasioni sono state buttate al vento!

Gli abruzzesi vogliono il Parco e non vogliono aspettare più. Dopo 4289 giorni la loro pazienza è finita".