Il tratto costiero della Provincia di Chieti è sicuramente quello a naturalità maggiore dei circa 125 km di fascia costiera abruzzese.

Tale andamento morfologico ha contribuito anche a concentrare i centri urbani e ad avere ancora permanente una discontinuità lineare dell’urbanizzato, contariamente a ciò che accade invece in particolare del tratto settentrionale e centrale Silvi-Montesilvano-Pescara-Francavilla dove si può parlare di città lineare.
La fascia costiera della Provincia di Chieti presenta numerosi corsi d’acqua, da nord a sud, abbiamo fiumi come l’Alento, il Moro, il Sangro, l’Osento, il Sinello e il Trigno, che delimita il confine tra la Regione Abruzzo e il Molise. Importante anche il sistema dei torrenti tra i quali ricordiamo il Foro, il Feltrino, il San Giovanni, il Lebba, e il Buonanotte.
Tra Ortona e Vasto in poco più di 50 km troviamo 7 Riserve Naturali Regionali (Ripari di Giobbe, Acquabella, Grotta delle Farfalle, San Giovanni in Venere, Lecceta di Torino di Sangro, Punta Aderci, Marina di Vasto, 1 Siti di Importanza Regionale (il Corridoio Verde, ai sensi della L.R. n.5/2007) e 6 Siti di Importanza Comunitaria (IT7140106 Fosso delle Farfalle, IT7140107 Lecceta litoranea di Torino di Sangro e Foce Fiume Sangro, IT7140111 Boschi riparali sul Fiume Osento, IT7140108 Punta Aderci, IT7140109 Marina di Vasto, IT7140127 Fiume Trigno) oltre a numerose stazioni dove sono segnalate specie vegetali in via d’estinzione e in lista rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature) come documentato dall’Università dell’Aquila dal gruppo del Prof. Pirone. Complessivamente risultano protetti 11,41 Km2, pari al 3,7% del territorio costiero, considerando solo le aree protette. Superficie che aumenta fino a 19,3 Km2, pari al 6,3% se consideriamo anche la parte ricadente nei Siti d’Importanza Comunitaria della Rete Natura 2000.
Nell’immediatezza della costa troviamo altre due riserve regionali (Lago di Serranella, tra Sant’Eusanio del Sangro, Casoli e Altino e il Bosco di Don Venanzio a Pollutri) oltre ad un’altro sito SIC il “Bosco di Mozzagrogna” - IT7140112 tra Mozzagrogna e Paglieta, che unito al già citato “Boschi Riparali sul Fiume Osento” - IT7140111, tra Torino di Sangro, Villalfonsina e Casalbordino, e ai corsi del Sangro e dell’Aventino congiungono la costa con le prime propaggini del Parco Nazionale della Majella-Morrone.
Caratterizzano le colline prossime al mare di questo territorio le coltivazioni dell’ulivo e della vite.
Come evidenziato da recenti studi svolti dal Consorzio Mario Negri Sud e dal gruppo LASCOT è emersa la possibilità di migliorare e ripristinare la connettività ecologica tra queste aree in precedenza elencate.
La zona pur essendo segnata da urbanizzazione diffusa e dalle attività antropiche, in particolare l’agricoltura, presenta habitat e specie di una certa importanza conservazionistica.

Dal punto vegetazionale oltre ai sistemi legati ai boschi e alle foreste su menzionate presenti in frammenti più o meno estesi e collegati tra loro, si hanno anche presenze ad areali più limitati o stazioni puntuali con presenza soprattutto di vegetazione alofita sia di scogliera, nelle falesie, legata ai sistemi dunali o alle spiagge ciottolose: Calystegia soldanella, Polygonum maritimum, Pancratium maritimum, Typha minima, Salicornia patula, Sagina marittima, Spergularia marina, Crithmum maritimum, Daucus gingidium, Helichrysum italicum, l’Ammophila arenaria subsp. Australis, zigolo delle spiagge (Cyperus capitatus ex C. kalli), ononide screziata (Ononis variegata), logliarello delle spiagge (Cutandia maritima), silene colorata (Silene colorata), erba medica litorale (Medicago littoralis), nappola (Xanthium orientale subsp. italicum), agropiro pungente (Elymus athericus), papavero cornuto e camomilla di mare.
Gli elementi di criticità e di frammentazione principale sono dati prevalentemente dalle infrastrutture lineari, partendo da quelle parallele alla linea di costa, ex-tracciato ferroviario RFI, Statale Adriatica, nuovo tracciato ferroviario, Autostrada A 14, fino al reticolo interno delle provinciali e comunali, oltre anche qui alla linea San Vito-Lanciano della Sangritana nei due percorsi esistenti.
Lo sprawling dell’urbanizzato, in particolare nelle frazioni è causa, congiuntamente alle modalità di conduzione dei fondi agricoli, dell’abbandono da parte di alcune specie della percorrenza di alcune aree marginali in vicinanza soprattutto dei cosiddetti fossi.
E’ in atto una progettualità che partendo dalle aree individuate con valenza maggiore risolva le problematiche di effetto margine e della frammentazione su menzionate agendo in particolare sugli incolti prossimali individuando con successive analisi di dettaglio le direttrici secondarie e gli areali potenziali da recuperare valorizzando anche gli agro-ecosistemi e gli elementi e le unità di paesaggio caratterizzanti.
Aree Protette:
RNR “Ripari di Giobbe”, RNR “Acquabella” (Ortona), RNR “Grotta delle Farfalle” (San Vito-Rocca San Giovanni), RNR “San Giovanni in Venere” (Fossacesia), RNR “Lecceta di Torino di Sangro” (Torino di Sangro), RNR “Punta Aderci” (Vasto), RNR “Marina di Vasto” (Vasto-San Salvo) – Superficie totale Aree Protette (11,4 Km2).
Siti di Interesse Comunitario
IT7140106 Fosso delle Farfalle (San Vito-Rocca San Giovanni), IT7140107 Lecceta litoranea di Torino di Sangro e Foce Fiume Sangro (Fossacesia-Torino di Sangro), IT7140111 Boschi riparali sul Fiume Osento (Torino di Sangro-Casalbordino-Villalfonsina), IT7140108 Punta Aderci (Vasto), IT7140109IT7140127 Fiume Trigno (basso corso- San Salvo) Marina di Vasto (Vasto-San Salvo),