mercoledì 28 settembre 2011

Il Parco della Costa Teatina (e la Costituente) in un annullo postale



Anche il Parco della Costa Teatina sarà presente alla manifestazione filatelica nazionale Vastophil 2011 che si terrà a Vasto preso il Palazzo d'Avalos nei giorni dal 30 settembre al 2 ottobre. In tale occasione sarà infatti disponibile un annullo speciale della Repubblica di San Marino assieme a una cartolina a tema su cui apporre indirizzo, saluti e francobollo. Dopo l'apposizione dell'annullo speciale, le cartoline potranno essere ritirate sul posto o venire consegnate agli impiegati dello stand che provvederanno a portarle a San Marino per essere inoltrate nel circuito postale ufficiale. Si tratta di un'occasione per conoscere il mondo della filatelia e per utilizzare questo "speciale messaggero" per promuovere il Parco della Costa Teatina con una simpatica curiosità per chi lo riceverà.

mercoledì 21 settembre 2011

Il Parco leopardato e le tartarughe in bicicletta


Ieri in Consiglio Regionale si doveva parlare del comportamento dell'assessore Febbo, ma la maggioranza ha parlato d'altro. Ha presentato la sua idea di Parco: "Un nuovo concetto di Parco, un Parco diffuso, un Parco ad isole". Un Parco che permetta di "non compromettere le attività socio-economiche attuali e future": in altre parole che permetta ai Comuni di continuare a far costruire lungo la costa, compresi resort, posti barca, villette e alberghi. "L'elemento connettivo e la fascia intermedia di questo sistema aperto sarà il tracciato ferroviario (corridoio ecologico)": cominciamo subito col dire che una pista ciclabile su un tracciato ferroviario non potrà mai essere un "corridoio ecologico" a meno che le tartarughe non comincino ad andare in bicicletta.

Il fatto interessante è però che la cartina mostrata era tutt'altro. Non era qualcosa di nuovo, ma il "Progetto speciale territoriale della fascia costiera" redatto dalla Provincia di Chieti nel settembre 2010.

Probabilmente la maggioranza intende far diventare Parco solo le aree segnate in verde ignorando tutto il resto come le "aree di valorizzazione e rigenerazione del paesaggio agricolo costiero" o gli "ambiti di territorio rurale da sottoporre a conservazione e recupero paesaggistico". In tale piano sono addirittura previste politiche di riconversione e delocalizzazione industriale che interessano tra l'altro la Valle del Sangro e l'area di Punta Penna andando ben oltre le richieste di chi vuole il Parco.

La maggioranza regionale ci ha così dato ieri molte informazioni.

La maggioranza ha finalmente abbandonato l'idea di abrogare la legge o di rischiare un vero "referendum" e proporrà comunque una sua perimetrazione.

• La maggioranza nulla conosce dei Parchi e della loro legislazione. Fa eccezione l'assessore Giuliante che sa benissimo che i problemi stanno nell'incapacità di molti politici e nella volontà precisa di altri di impedirne il funzionamento. Lo sa così bene che ha accusato di questo gli ambientalisti che lo fanno "perché vogliono mantenere per sempre le norme di salvaguardia". Affermazione che a prima vista può sembrare puro delirio, ma che invece è la ripetizione di un copione già visto ovunque: addossare spudoratamente e sfacciatamente ad altri le proprie colpe.

L'indecente proposta alternativa al Parco è quella mantenersi le mani libere nelle zone prossime a quelle protette per poi distruggere questo tratto di costa a forza di varianti ai PRG (come già si è cominciato a fare); ma oggi si unisce al danno la beffa, perché si propone di usare i beni comuni costituiti dalle aree protette e da 30 milioni di fondi FAS per gli interessi privati della speculazione presente e futura. Mentre altrove si svalutano terreni e immobili costruendo turbogas, discariche, depositi e magari raffinerie qui li si vuole rivalutare con i soldi pubblici.

• La piantina mostrata da Febbo risponde senz'ombra di dubbio alle sue stesse critiche sul territorio "antropizzato" e con "incerti" valori naturalistici, paesaggistici, ambientali e culturali. Infatti indica con precisione i tantissimi valori della Costa dei Trabocchi e propone sia la via per lo sviluppo del turismo e dell'agricoltura che quella per la sua conservazione per le generazioni future.
Da quella piantina si può trarre facilmente una vera perimetrazione del Parco ed anche una zonizzazione; è anche presente un collegamento con le aree interne che si spinge fino a Lanciano e a Bomba seguendo le linee dismesse della Sangritana.

La buona notizia è dunque quella che il Ministero avrà uno studio ufficiale sul territorio da cui partire per fare rapidamente la perimetrazione; dopo aver inevitabilmente gettato nel cestino l'ultima proposta indecente e leopardata del ragionier Febbo.

mercoledì 14 settembre 2011

Terra bruciata

Per tutta l'estate ci siamo sentiti dire che avrebbero bruciato le riserve.

Questa sera, ultimo di un lungo elenco, è scoppiato un incendio DOLOSO a Punta Aderci.

E' DOLOSO perchè nulla brucia da solo dopo il tramonto.

E' DOLOSO perchè ci sono almeno tre focolai molto distanti e contemporanei.

Pochi vogliono distruggere e lo fanno senza coscienza, senza etica, senza futuro. Ingordi, avari e egoisti. Comandano nell'ombra ed altri appiccano il fuoco perchè gli hanno detto di fare così, indifferenti come chi lancia le pietre dal cavalcavia.

Sanno però di avere già perso e fanno terra bruciata come gli eserciti in fuga.

Stasera vi vogliamo solo augurare che un giorno, negli occhi dei vostri figli, finalmente possiate capire.

Noi saremo altrove, continuando assieme a costruire un mondo migliore, e voi dovrete sputarvi in faccia da soli.



martedì 13 settembre 2011

La scappatoia del referendum e la farsa di Torino di Sangro





Comunicato stampa Costituente VogliAmo il Parco

Fino a un paio di mesi fa il Senatore Di Stefano ripeteva ovunque di voler abrogare il Parco per legge. La risposta che gli abbiamo dato è stata semplicemente: "Se proprio ci tiene lo faccia, il suo partito è al governo". Ora vuole invece un referendum, seguito in questo da Confindustria. La risposta è ancora la stessa.

A questo punto anche noi vorremmo fare delle domande.

Come mai ci si pensa solo adesso, a 18 giorni dalla scadenza? Come mai si propone una "soluzione" che non ha alcun valore formale, trattandosi di una competenza dello Stato come già ripetuto dalla Corte Costituzionale quando bocciò il ricorso della giunta regionale di centrodestra nel 2002. Una "soluzione" che - a parte i tempi - è impossibile perché non si può chiedere un parere su una legge dello Stato; sarebbe solo uno spreco di denaro pubblico: come chiedere se si è favorevoli all'aumento dell'IVA o ai limiti di velocità (strano che un senatore non sappia certe cose).

Questo referendum quindi non si farà, e questo ci dispiace perché siamo sicuri che avrebbe dimostrato che esiste una maggioranza favorevole al Parco, chiarendo così le idee a molti.

Confindustria propone il referendum perché sembra preoccupata del perimetro del Parco. Non sa che su questo il Ministero ha chiesto da anni il parere ai Comuni, e non sono i cittadini a dover fare queste valutazioni tecniche? Sono i Comuni a scegliere se lasciare fuori l'area di stoccaggio dei furgoni o includerla in zona D. Se non lo avranno fatto il 30/9 lo farà il Ministero, a che servirebbe il referendum?

Però l'idea di Confindustria è buona. Ci sono molti settori su cui regione e comuni hanno invece potere reale, progetti che hanno pesanti impatti ambientali e sanitari di cui però i cittadini non sono mai stati informati ne tantomeno consultati dai loro amministratori. Molti di questi progetti sono sostenuti da Confindustria.

Proponiamo allora alcune consultazioni popolari, certi che Paolo Primavera e gli altri politici, una volta scelta la strada della democrazia diretta, non si tirino indietro:

La discarica di amianto di Ortona;

Il pozzo Gagliarda 1 Dir a Ortona;

La centrale turbogas di Ortona;

La ricerca di idrocarburi in Adriatico

Le centrali a biomasse di Treglio, Ortona, Vasto;

L'impianto di estrazione di gas sotto il lago di Bomba con annessa raffineria;

La centrale termoelettrica a olio di palma di Vasto;

L'apertura anticipata della caccia;

I ripascimenti;

La variazione al PRG per il resort all-inclusive di S. Vito Chietino;

Gli inceneritori per i rifiuti in tutto l’Abruzzo;

La realizzazione di nuovi porti a S.Vito e a Vasto;

e l'elenco sarebbe ancora molto lungo.

Qualcuno potrebbe però obiettare che a Torino di Sangro c'è stato un "referendum", per cui è bene informare su come sono andate le cose.

Un'impiegata scriveva nome e cognome del votante su un registro e vicino si doveva apporre una firma per il si o per il no. Chi votava dopo poteva conoscere il parere di chi lo aveva preceduto. Chiunque può accedere agli atti.

Potevano votare anche i non residenti a patto che avessero attività produttive a Torino di Sangro (non si sa come questo venisse accertato).

Il clima nei confronti dei favorevoli non era dei migliori. Eravamo allora nella fase in cui si diceva che sarebbero state requisite le terre, bloccati i trattori e chiusi i frantoi. Difficile anche aprire bocca con questi argomenti (falsi) contro.

Ci sono stati in tutto 777 votanti con 738 no e 39 si. Si tratta del 31% calcolato però sul numero ufficiale degli elettori e non sul numero di chi avrebbe potuto votare (comprendente tutti coloro con attività produttive nel Comune). Il dato vero sull'affluenza dovrebbe quindi essere molto minore ma non possiamo calcolarlo perché nessuno sa il numero di chi poteva votare.

Per confronto: ai recenti referendum nazionali, a Torino di Sangro hanno votato 1543 persone corrispondenti al 62,9% degli aventi diritto.

Ognuno può così giudicare da solo, noi facciamo solo notare che chi qualche mese fa basava la sua lotta politica sul non raggiungimento del quorum del 50% ora gioisce per un 31% ottenuto nella maniera che abbiamo descritto.

Ripetiamolo: parlare oggi di referendum serve solo a perdere altro tempo aspettando il Commissario, continuando a non prendere una decisione obbligata ma scomoda per qualcuno. Parlarne serve solo a dire: "Noi vi volevamo dare la possibilità democratica di decidere (falso) ma lo Stato ci ha imposto un'altra scelta (anche questo falso)".

La Costituente VogliAmo Il Parco

sabato 10 settembre 2011

Febbo a Tavola

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Liberamente scaricabile e riutilizzabile citando la fonte
(Franco Sacchetti per VogliAmo il Parco della Costa Teatina)

L'inganno del "comprensorio"



Abbiamo sempre detto che il Parco - oltre alle finalità di protezione - ha lo scopo di migliorare la qualità della vita dei residenti. Qualità della vita che ha anche (ma non solo) aspetti economici. Nel Parco ci saranno un'agricoltura e un turismo sostenibili che "sbloccheranno" il territorio portando nuova occupazione e quindi benessere. L'ultimo ritornello dell'Assessore Febbo, ripetuto qua e la da politici a lui vicini, è che il "comprensorio turistico" rappresenta l'alternativa al Parco. La Costituente è favorevole sia al Comprensorio turistico che alla via Verde ma deve ripetere che senza Parco non ci sarà ne l'uno né l'altra.

I turisti non vanno nei comprensori ma nei Parchi Nazionali.

Lo ripetono Confcommercio, Confesercenti, CNA, Assoturismo: "senza Parco verranno meno migliaia di posti di lavoro". Sono favorevoli al Parco e al comprensorio perché sanno che senza il primo non ci sarà il secondo. Sanno che il comprensorio è solo lo strumento con cui realizzare il turismo natura all'interno del Parco. Se l'assessore Febbo ne leggesse lo studio di fattibilità sul sito della Provincia di Chieti, lo troverebbe scritto a chiare lettere: "il parco nazionale della Costa Teatina potrebbe diventare il volano ambientale, economico e turistico dell'intero territorio".

Lo stesso discorso vale per la Via Verde. Dopo che sarà stata costruita con i fondi FAS, se non ci sarà il Parco chi ne farà la sorveglianza e la manutenzione? I Comuni, la Provincia, la Regione? Ogni Comune farà di testa propria? Con quali fondi?. Senza Parco, in pochi mesi potrebbe essere distrutta da usi impropri, dai vandali e dall'incuria.

Non possiamo pensare che non si capiscano queste semplici cose, ed allora ci chiediamo: dov'è l'inganno? Forse sta proprio nella parola "comprensorio" che per noi è un sistema di ospitalità coerente e compatibile col Parco, mentre per altri è la cementificazione della costa attorno alla via Verde che diventerà solo un'infrastruttura turistica di servizio pagata e mantenuta dai contribuenti.

giovedì 8 settembre 2011

Ognuno è libero ...

Qui trovate la risposta della Costituente a Febbo data nel TG Regionale.

Una risposta assai chiara alla minaccia di fare quella "cosa" ......

Diffondete (grazie)


mercoledì 7 settembre 2011

I conti in tasca al ragioniere


L'incontro al Ministero è andato esattamente come avevamo previsto. La legge esiste e non si può fare finta di niente rimbambendosi di chiacchiere.

Agli amministratori è stato detto fermamente che se faranno quel che devono il Commissario ne prenderà atto (a meno di scelte evidentemente insensate).

E' stato anche spiegato che i soldi per il funzionamento del Parco sono già stati stanziati e stanno lì ad aspettare.

Il primo risultato dell'incontro è stato che il Sindaco di Casalbordino e la sua giunta si sono decisi a fare la perimetrazione entro i termini richiesti.

Anche altri sembrano aver capito meglio come stanno le cose, ma attendiamo prese di posizione ufficiali.

L'unico che sembra non aver capito nulla è sempre Febbo che ripete ai quattro venti che sono tutti contrari.

Poiché è un ragioniere proviamo a convincerlo con i conti (solo per stare al gioco, non perché riteniamo che questo sia il modo di fare).

Ad oggi si sono formalmente dichiarati a favore: San Salvo, Vasto e Fossacesia. Casalbordino ha fatto una delibera in cui esprimeva un dubbio a cui ieri è stata data una chiara risposta ed oggi è pronto a perimetrare. Da chi è contrario (secondo Febbo) non è invece ancora venuto nessun atto formale e noi pensiamo che Febbo possa essere nuovamente smentito molto presto - come ha già fatto oggi Casalbordino.

Francavilla aveva già perimetrato, altri comuni potrebbero chiedere di entrare.

Ma ad oggi saremmo 4 a 4. Se però andiamo a vedere gli abitanti e facciamo un piccolo conto vediamo che già oggi il 68% della popolazione interessata abita in comuni che perimetreranno entro il 30 settembre. Cifre alla mano non ci sembra proprio che si possa dire che sono tutti contro.

Febbo si dice anche convinto che - tramite i parlamentari PDL - riuscirà ad abrogare il Parco e saranno così i primi al mondo a certificare per legge che una terra (in particolare la terra d'Abruzzo) non vale niente dal punto di vista ambientale, paesaggistico e culturale. Nel frattempo - ovviamente - non si dimette e continua a tradire il suo mandato.

Il piano era chiaro dall'inizio: sobillare alcuni cacciatori, agricoltori e anche pescatori (si anche i pescatori) in modo che facessero un po' di confusione e poi dire "il Parco nessuno lo vuole". Non sembra sia andata bene visto che le voci a favore sono molte di più e molto più autorevoli delle pochissime contro (sperando che le minacce fatte apertamente in questi mesi nulla abbiano a che vedere con gli incendi di questi giorni). Ma lui va avanti lo stesso.

In questi giorni i nodi dell'economia globale stanno venendo al pettine e in Italia si chiede alle nuove generazioni di pagare il conto più salato. Può anche darsi che qualcuno - nel marasma di questi giorni - tenti un ultimo colpo di mano per mettere qualcos'altro nel sacco. Sembra assai difficile ma non si sa mai: un paio di righe aggiunte ad una legge su cui viene chiesta la fiducia, non sarebbe la prima volta per questo tipo di sotterfugi.

Il Parco è la nuova società che potrebbe nascere dalle ceneri di questa.

E' il modello del futuro.

E' il posto dove vivranno i nostri figli.

Abbiamo la fortuna unica di averlo già pronto, non facciamocelo portare via sotto il naso
dal ragionier Febbo!

Perimetrazione 1.0

Nella sezione documentazione sono disponibili le cartine della nostra proposta di Perimetrazione 1.0 assieme alla descrizione del metodo seguito e di cosa ancora andrebbe fatto.

lunedì 5 settembre 2011

Febbo, il Parco e il Ministero


La notizia del giorno è che Febbo in un'intervista al Centro ha ribadito senza ombra di dubbio di essere contrario al Parco. Per la precisione ha detto di essere contrario "all'Ente Parco" ma, dato che quest'affermazione non ha alcun senso, noi - gentilmente - la correggiamo per lui.
Si sono immediatamente avute molte richieste di dimissioni come riportato dal Centro di oggi, tra cui quelle di Carlo Costantini e Walter Caporale. La nostra richiesta, con le risposte punto per punto alle affermazioni di Febbo, è stata diffusa oggi e la trovate qui o qui. La sintesi è la seguente:
Quando a luglio ne chiedemmo per la prima volta le dimissioni, l'Assessore Febbo ci rispose che "il ruolo di Coordinatore del Tavolo tecnico mi è stato assegnato all’unanimità dal Consiglio regionale, minoranza compresa, quindi non comprendo il motivo per il quale dovrei essere io a decidere di farmi da parte".
Osserviamo prima di tutto che quanto detto è falso, perché nel verbale 69/3 della seduta del Consiglio regionale dell'Abruzzo è scritto che la decisione venne presa "a maggioranza espressa con voto palese".

Febbo ha ricevuto un precisissimo incarico:
Presiedere il tavolo che ha "il compito di individuare i confini e le norme transitorie del proposto Parco nazionale della Costa Teatina." e questo perché il Parco è "uno strumento che non solo permetterà di tutelare e conservare uno dei tratti più belli e suggestivi della costa
Adriatica, ma rafforzerà anche le norme emanate dalla Regione al fine di proibire le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi nel territorio abruzzese" .

L'assessore dovrebbe quindi dimettersi perché ha usato il suo ruolo per perseguire un obiettivo del tutto diverso, smentendo di fronte all'opinione pubblica tutta una serie di atti amministrativi (inclusa l'istituzione stessa del tavolo) che vanno nella direzione della nascita del Parco.

Febbo è liberissimo di portare avanti la sua idea, ma non doveva ne accettare ne mantenere un incarico che gli affidava il compito esattamente opposto. Con quale autorevolezza può oggi parlare a nome della Regione Abruzzo?

Qualora Febbo non intendesse ancora farsi da parte, chiediamo alla maggioranza che lo ha scelto di pronunciarsi sulla sua idoneità, in modo da condividerne - se ritiene sia il caso - le gravi scelte o di riprendere sulla strada già decisa con qualcuno che sia convinto del proprio mandato.

In vista dell'incontro di domani a Roma abbiamo inviato al Ministero la nostra proposta sull'agricoltura e un'informativa su quanto (non) ha fatto Febbo negli ultimi sei mesi. Anche questa comunicazione la trovate qui o qui.

Domani ci aspettiamo che il Ministero dell'Ambiente si preoccupi dell'ambiente e non delle beghe politiche, delle furberie da avvocatucci, dell'incapacità di decidere che nasconde interessi particolari. Ci aspettiamo che ricordi a tutti che la strada è segnata dalle leggi e che non si può far finta che non esistano o affermare che non sono valide. Speriamo che voglia concedere un'ultimissima possibilità, anche se forse la strada del Commissario che faccia quel che non è stato fatto in questi mesi sembra essere ormai decisa; soprattutto perchè solleverà molti che sono stati eletti per fare delle scelte, dall'insopportabile peso di farle.




venerdì 2 settembre 2011

La Costituente si sostituisce a Febbo


La Costituente si sostituisce a Febbo e in una conferenza stampa che si è tenuta oggi a Pescara ha reso pubblica la sua proposta operativa per l'agricoltura nel Parco.

Come abbiamo sempre detto e come è scritto nella legge quadro: i Parchi non proteggono solo la natura ma sono fatti anche per "favorire la crescita economica, sociale e culturale delle comunità residenti".

Noi quindi non ci preoccupiamo solo della protezione delle farfalle o della salamandrina dagli occhiali, ma anche della protezione degli abitanti del Parco e dei loro figli.

Di questo Parco è evidente a tutti la particolare vocazione agricola, ed è altrettanto evidente che molti valori paesaggistici sono legati alle terre ben coltivate. La salute del Parco è dunque anche quella dell'agricoltura.

In Italia ci sono Parchi in cui l'agricoltura è molto cresciuta ed altri in cui invece non è successo.

La causa sta nella gestione del Parco che - come spiegheremo a fondo in un prossimo intervento - è sostanzialmente nelle mani dei Sindaci, Presidenti di Provincia, Regione e Comunità montane. Dove questa gestione è fatta da amministratori capaci, le cose vanno bene; dove gli amministratori litigano tra loro o non fanno, le cose vanno male.

C'è però anche un problema legislativo: non è prevista dalla legge una rappresentanza dell'agricoltura nell'Ente Parco (a parte un rappresentante del Ministero). Sono state chieste modifiche a riguardo ma nulla è stato ancora fatto.

La nostra proposta è innovativa perchè chiede ai Sindaci e ai Presidenti di Provincia e Regione, che dovranno scrivere le regole del Parco della Costa dei Trabocchi, di impegnarsi ora e pubblicamente a fare in modo che l'agricoltura - in tutte le sue forme - sia centrale ed ascoltata nel futuro Ente Parco e indica anche come procedere.

In altre parole proponiamo agli agricoltori di creare un Parco in cui l'agricoltura sia centrale ed entrare da subito nella sua cabina di regia.

Perchè questa proposta l'abbiamo dovuta fare noi?

Per rispondere immaginate l'agricoltura di otto comuni uniti in un solo marchio, con tecniche e strutture comuni, che perseguano un solo obiettivo di qualità e sostenibilità; un'agricoltura con forze nuove che vada incontro al futuro. Un progetto unitario che sia da esempio, in linea con le più recenti decisioni europee. Un'agricoltura che parli con una sola voce.

Avete davanti un soggetto politico che può parlare da pari a pari con gli amministratori locali, regionali, ma anche nazionali ed europei.

Forse è proprio questo che a qualcuno fa paura.

giovedì 1 settembre 2011

Non c'è democrazia senza responsabilità

Gli ultimi giorni hanno visto il sindaco di Casalbordino non decidere sul Parco, venendo meno alle promesse elettorali.

Ne è stato parlato qui: Ma ci fanno o ci sono? e qui: Il Sindaco contro .

Non c'è nulla da commentare, i fatti parlano da soli. Forse pensavano che in questa calda fine estate nessuno fosse attento. Così non è stato.

Qui trovate la risposta di un professore di Diritto Costituzionale che semplicemente sbriciola la tesi della giunta di Casalbordino (che era stata debitamente avvertita e poteva ben evitare di fare quel che ha fatto):
"La conclusione da trarre sarebbe, in verità, un’altra: la delibera del Consiglio comunale di Casalbordino si configura come un atto solo informale; un atto, forse, politicamente opportuno in tempi di democrazia partecipativa, ma del tutto privo di significato giuridico."
Il professor Enzo di Salvatore ha poi affrontato l'altro Ponzio Pilato di quest'estate: il Sindaco di Torino di Sangro e il suo "referendum". Un altro articolo e un'altra decisione tanto strombazzata si sbriciola:
"si potrebbe anche insinuare il dubbio che il ricorso .... al voto dei suoi abitanti – serva a ben altro: a che arrivi presto il 30 settembre oppure a che la Regione – unica formalmente legittimata a pronunciarsi nel procedimento di istituzione del Parco – non debba esprimersi sul punto. E cioè: che non debba assumersi la responsabilità di una scelta politica, che dietro l’istituzione del Parco sempre si cela. Eppure anche un ragazzino sa che non può esserci democrazia (rappresentativa) senza responsabilità."
Due sindaci e la paura di decidere. Per non dover spiegare. Per non dover rendere conto. Pronti a dare la colpa agli altri. Pronti a nascondersi dietro le parole.

E mai che gli sia venuto in mente di fare la cosa migliore per i loro cittadini.