venerdì 2 settembre 2011

La Costituente si sostituisce a Febbo


La Costituente si sostituisce a Febbo e in una conferenza stampa che si è tenuta oggi a Pescara ha reso pubblica la sua proposta operativa per l'agricoltura nel Parco.

Come abbiamo sempre detto e come è scritto nella legge quadro: i Parchi non proteggono solo la natura ma sono fatti anche per "favorire la crescita economica, sociale e culturale delle comunità residenti".

Noi quindi non ci preoccupiamo solo della protezione delle farfalle o della salamandrina dagli occhiali, ma anche della protezione degli abitanti del Parco e dei loro figli.

Di questo Parco è evidente a tutti la particolare vocazione agricola, ed è altrettanto evidente che molti valori paesaggistici sono legati alle terre ben coltivate. La salute del Parco è dunque anche quella dell'agricoltura.

In Italia ci sono Parchi in cui l'agricoltura è molto cresciuta ed altri in cui invece non è successo.

La causa sta nella gestione del Parco che - come spiegheremo a fondo in un prossimo intervento - è sostanzialmente nelle mani dei Sindaci, Presidenti di Provincia, Regione e Comunità montane. Dove questa gestione è fatta da amministratori capaci, le cose vanno bene; dove gli amministratori litigano tra loro o non fanno, le cose vanno male.

C'è però anche un problema legislativo: non è prevista dalla legge una rappresentanza dell'agricoltura nell'Ente Parco (a parte un rappresentante del Ministero). Sono state chieste modifiche a riguardo ma nulla è stato ancora fatto.

La nostra proposta è innovativa perchè chiede ai Sindaci e ai Presidenti di Provincia e Regione, che dovranno scrivere le regole del Parco della Costa dei Trabocchi, di impegnarsi ora e pubblicamente a fare in modo che l'agricoltura - in tutte le sue forme - sia centrale ed ascoltata nel futuro Ente Parco e indica anche come procedere.

In altre parole proponiamo agli agricoltori di creare un Parco in cui l'agricoltura sia centrale ed entrare da subito nella sua cabina di regia.

Perchè questa proposta l'abbiamo dovuta fare noi?

Per rispondere immaginate l'agricoltura di otto comuni uniti in un solo marchio, con tecniche e strutture comuni, che perseguano un solo obiettivo di qualità e sostenibilità; un'agricoltura con forze nuove che vada incontro al futuro. Un progetto unitario che sia da esempio, in linea con le più recenti decisioni europee. Un'agricoltura che parli con una sola voce.

Avete davanti un soggetto politico che può parlare da pari a pari con gli amministratori locali, regionali, ma anche nazionali ed europei.

Forse è proprio questo che a qualcuno fa paura.